domenica 17 novembre 2013

Presentazione del libro "Saper di Amore" di don Ugo Borghello

Lunedì 25 ottobre alle 18,30 presso la Residenza Universitaria Monterone si terrà la presentazione del libro "Saper di Amore" di don Ugo Borghello.

 
Dall'Autore di "Liberare l’amore" e "Il sogno dell’amore per sempre", un «manuale» per avere il cuore sempre «acceso». Come si educa un cristiano all’amore? Le opere di bene bastano per imparare ad amare? E quando il cuore si «spegne»?

È facile constatare che la parola amore, pur essendo una parola chiave, è anche la più confusa, non solo nel mondo in genere, ma anche tra i cristiani. Tutti credono di sapere che cosa sia l’amore, ma chi entra nei sentieri autentici dell’amore fa sempre nuove scoperte e impara che c’è una sola arte da apprendere: quella di amare.
È vero che l’amore ha tanti aspetti che non si imparano, non solo nel sentimento, ma anche nella ricchezza emotiva che governa il cuore nel profondo. Eppure l’amore vero è molto di più rispetto al sentimento e all’emotività ed esige studio, approfondimento. Amare è un verbo e occorre saperlo coniugare in molti modi.
Ugo Borghello affronta qui in maniera radicale le prospettive del vero amore cristiano, ma anche le sue malattie. Ci insegna a distinguere tra fede – l’adesione profonda a Cristo – e religione – l’insieme di pratiche e preghiere. A distinguere tra carità – amore incondizionato alla persona, a tutte le persone – e opere di carità – i tanti gesti di servizio che si possono compiere anche senza un amore vero. Ci
insegna che ognuno appartiene a un gruppo primario per il quale è disposto a dare tutto. Avanti così nell’analisi, si resta convinti che tutti abbiamo bisogno di ritornare continuamente alla fonte gratuita
della fede e dell’amore.
 

lunedì 21 ottobre 2013

Aiuto, avverto che mi stanno rubando la normalità!

Qualcuno mi sa dire come si fa ad evitare che due omosessuali si bacino di fronte ad un bambino?
Leggo nella Risoluzione del Parlamento europeo sull'omofobia in Europa, approvata a Strasburgo il 18 gennaio 2006, che l'omofobia è la "la paura e l'avversione irrazionale nei confronti dell'omosessualità e di persone gaylesbichebisessuali e transessuali (LGBT), basata sul pregiudizio". 
Wikipedia poi mi spiega che se temo l'omosessualità o anche se ne avverto l'impressione, il disagio, può darsi che sia io stesso omosessuale non dichiarato.
Ho l'impressione che un'elite intellettuale di omosessuali stia cercando di far passare per "normale" quello che, per definizione, non lo è, dal momento che si tratta di una sparuta minoranza, e fa pressione - e che pressione! - a livello nazionale e internazionale per far passare questo suo punto di vista mettendoti alla gogna se la pensi diversamente. 
Non è possibile fare un'indagine seria - intendo dire: non influenzata da pregiudizi che, mi dispiace, ma sono anche da parte omosessuale - nella quale risulti cosa pensa la gente comune degli omosessuali, del cosiddetto matrimonio omosessuale (è evidentemente una contraddizione in termini), dell'adozione da parte di omosessuali e del ruolo degli omosessuali nella società? Io sono convinto che potrebbero venire fuori tante cose interessanti.
La citazione di ciò che ha stabilito - con maggioranza risicata - l'Associazione degli Psichiatri Americani, e cioè che l'omosessualità non va considerata una malattia, mi sembra una forzatura, dettata anche dall'ostracismo che riceve chi non si allinea con il "modernopensiero". La mia esperienza, per quello che ho visto, è che spesso dipende dalla mancanza della figura paterna.

venerdì 11 ottobre 2013

Confusione generale?

Avverti l'impressione che niente ti interessi più, che i valori nei quali hai sempre creduto vacillino, che sei sempre più reattivo a tutto quello che succede e sempre meno in grado di organizzare la tua vita, i tuoi impegni e che il tempo non ti basti mai per fare quello che è importante, magari perdendo un mucchio di tempo in svaghi e distrazioni vari?
Un via per uscire dal tunnel c'è...


Guida pratica per ragionare con la propria testa
Dall'autore di oltre venti biografie imprenditoriali la 'ricetta' per il pensiero originale estratta dalle sue interviste. Il libro contiene utili suggerimenti per smascherare i mille sofismi e le manipolazioni mediatiche di ogni giorno. Un percorso filosofico e psicologico-pratico per arrivare ad avere un pensiero libero e autonomo. Anche in versione ebook.

mercoledì 2 ottobre 2013

Barilla, gigante dai piedi d'argilla (faciteme sta quieto)

L'episodio della disavventura mediatica sugli omosessuali di Guido Barilla, erede dell'impero della pasta italiana, marchio famoso in tutto il mondo, che è stato costretto a chiedere scusa agli omosessuali per aver parlato di famiglia normale come quella formata da un uomo, una donna e dei figli, mi spinge a fare qualche riflessione a voce bassa, finché sarà consentito farlo.

Riflessione numero 1 
Una persona normale non può fare un'affermazione normale sugli omosessuali senza essere minacciata (e perseguitata) dalla loro potente lobby

Riflessione numero 2
A quanto pare questa lobby è davvero potente

Riflessione numero 3
Se la lobby si mette di traverso l'imperatore della pasta è costretto a rimangiarsi quello che ha detto, anche se lo ha detto in maniera del tutto pacata e corretta e non solo: sarà anche costretto a prostrarsi e a chiedere scusa

Riflessione numero 4
Gli omosessuali meritano tutto il rispetto e la considerazione di ogni altra persona umana, ma non possono e non devono prevaricare, altrimenti corrono il rischio di essere emarginati o odiati peggio di come lo sono già (ed in effetti mi sembra che gli episodi di violenza agli omosessuali, esecrabili, siano in aumento)

Riflessione numero 5
Dato che è dimostrato che in molti casi la tendenza omosessuale non dipende dalla natura, ma da una scelta personale talvolta anche condizionata da una patologia, farei una distinzione fra i casi di malattia e tutti gli altri: i primi vanno curati, tutti gli omosessuali in ogni caso vanno integrati, ma con rispetto reciproco (etero verso omo, omo verso etero, la terminologia solo sessuale suona sgradevole, ma non è colpa mia, ce l'hanno imposta gli omo)

Riflessione numero 6
Si vuole equiparare la tendenza sessuale alla religione o alle convinzioni politiche. Ora, data la premessa precedente, se esiste una verità, ciò è del tutto assurdo, perché la verità non è elettiva, non si stabilisce per alzata di mano, ma è nelle cose (vedi il blog ragionareconlapropriatesta.blogspot.it) e nessuno può e deve essere discriminato: né l'omosessuale né me, se mi fanno impressione gli omosessuali. Ciascuno al suo posto, io non li discrimino, posso cercare di tenerlo per me, ma mi fanno impressione punto. E non mi sta bene che si sbaciucchino per strada e se succede di fronte a me e glielo dico, voglio essere rispettato nel mio senso del pudore e della decenza.

Riflessione numero 7
Si sta cercando di far passare la coppia omosessuale come una famiglia come tutte le altre. No!
Questo no. Non è come tutte le altre perchè non nasce naturalmente, non può svilupparsi naturalmente e non è "normale". Grazie a Dio le coppie normali sono altre. Queste sono coppie "diverse". Nessuno dubita che si tratti di coppie e nessuno glielo vuole impedire (anche se si sconsigliare), ma sono diverse. La normalità è un uomo e una donna (o una donna e un uomo).
L'adozione, poi, è del tutto aberrante. Vogliamo farci male da soli? Vogliamo provare a chiedere alla gente comune che ne pensa, oppure devono essere le cosiddette élite intellettuali a stabilire cosa è opportuno e non è opportuno fare della famiglia?

Chi la pensa diversamente merita rispetto? Certo, ci mancherebbe altro! Tuttavia per me è un infante che si balocca con l'idea di poter pensare quello che vuole, adescato dalle deformazioni dell'idealismo, ma la verità, come adeguamento di ciò che si pensa alla realtà, è un'altra cosa.

Per il momento mi fermo, ma "faciteme sta quieto...".

venerdì 6 settembre 2013

Obama, servo delle lobby USA

Ci siamo chiesti perché il democratico Obama, contrario, come lo sono sempre stati i suoi compagni di partito, agli interventi armati, adesso si erga a paladino dell'umanità, contro il parere del mondo e anche di buona parte dell'opinione pubblica americana nel muovere la guerra alla Siria, indebitamente detentore delle armi chimiche? La risposta è da leggere, credo, nel fatto che la vera leva che muove gli USA sono i soldi. Gli Stati Uniti d'America sono in balia del capitalismo e del pragmatismo e lì ciò che conta non è l'opinione personale e neppure quella morale, ma dov'è la spinta più forte, quella che muove i capitali, i voti nella cosiddetta democrazia americana. Ormai da tempo gli USA hanno abdicato al loro ruolo di guida e si sono messi a servire le logiche del tornaconto economico utilitaristico. Il mio sogno americano si è infranto a Kyoto, laddove, anziché guardare al bene dell'equilibrio ecologico del pianeta, gli USA si sono più facilmente attestati a quello che la loro economia interna dettava come regole del gioco e tutte le giustificazioni e gli arrampicamenti sui vetri che hanno cercato di supportare teoricamente questa scelta non sono altro che questo, appunto: ipocriti arrampicamenti sui vetri.
Non c'è coscienza che tenga: è la legge del più forte che prevale, quella di chi ha più soldi, quella di chi ha più potere e vuole fare la guerra e in guerra non c'è legge: è la legge della guerra.
Vergogna Obama.
Vergogna primo presidente di colore del paese più potente del mondo.
Sei anche tu come tutti gli altri.

sabato 2 marzo 2013

L'Oro di Napoli

Continua la ricerca attraverso un volume che covavo da diverso tempo. "L'Oro di Napoli" è la storia di 20 belle imprese napoletane a dimostrazione del fatto che Napoli non è solo pizza, mandolino e folklore, ma è anche la patria di idee e prodotti famosi in tutto il mondo. Ho curato il volume che a dicembre è uscito dai tipi della Rogiosi.
http://www.rogiosi.it/file_prodotti/pdf177.pdf

lunedì 11 febbraio 2013

Dimissioni del papa

Oggi il papa ha dato le dimissioni.
Ho sentito un colpo in fondo al cuore. Forse perché non ci eravamo abituati. Forse perché pensavamo che il papa è una figura che sta lì, ma che la Chiesa va avanti lo stesso, tutto sommato, con la sua presenza, ma anche senza il suo diretto intervento. Ci sembra strano. Eravamo abituati a pensare che a 78 anni si potesse facilmente guidare un'istituzione che non richiede sforzo fisico, ma preghiera e consiglio. Non era vero e, in fondo, lo sapevamo. Nell'imperversare degli attacchi che la Chiesa e il papa hanno subito negli ultimi anni, pur pensando al "non prevalebunt", ci siamo resi conto che non doveva essere semplice per una persona della sua età sopportare quel peso. In fondo il papa è un uomo e non dobbiamo troppo meravigliarci di questa reazione che il papa ha avuto di fronte al un evidente declino delle sue forze fisiche. Forse abbiamo pensato pure che era il caso che lo facesse da tempo o magari non accettasse neppure il peso che è caduto sulle sue spalle nell'aprile del 2005. Ma non è stato così: nonostante il card. Ratzinger ha avvertito il desiderio - lecito - di ritirarsi a 77 anni per dedicarsi allo studio, ha deciso di accettare il peso del primato petrino. Ora, a quanto pare, non è più così e l'aver nominato vescovo appena un mese fa il suo segretario fa pensare che, come d'altra parte ci dice, la decisione è stata a lungo meditata e pianificata. Egli merita affetto e gratitudine, c'è scritto sul sito del Vaticano, e credo che sia proprio quello che personalmente cercherò di esprimergli.


da polisblog.it